Storia del barboncino

Amato da moltissimi estimatori in tutto il mondo, il barboncino è un cagnetto di piccola-media taglia che si riconosce dal suo pelo batuffoloso, spesso toelettato e arrangiato in varie forme, come quella “a leone” dove si taglia tutto il mantello in modo che risalti su zampe, testa e coda, dando un aspetto leonino al piccolo animale. Intelligente e desideroso di obbedire al padrone, il barboncino viene conosciuto come il pagliaccio delle specie canine, in quanto può arrivare a eseguire alla perfezione anche piccoli numeri di abilità.

storia del barboncino

Le origini del barboncino

Questa razza non è nata come varietà a se stante, ma vede la sua origine in piccoli segugi utilizzati, nell’alto Medievo, come cani da anatre. In particolare, pare che la nascita del piccolo barboncino (e dei cani cosiddetti barboni) sia riconducibile alle zone paludose della Francia, dove il Barbet, un cane d’acqua usato per cacciare anatre e oche selvatiche, era stato selezionato proprio per il suo pelo soffice e idrorepellente. La definizione che alcuni standard danno del barboncino come “Barbone italiano” è, dunque, errata: più corretto fare il paragone fra il nome francese del cane, caniche, e il vocabolo canard che, sempre in lingua, significa appunto anatra. Insomma, il batuffoloso barboncino pare essere derivato da un segugio d’Oltralpe, e non stupisce, quindi, di trovarlo ritratto o citato in disegni o documenti del XIII-XIV secolo, a fianco di regine o come regalo per i re dei regni di un’Europa ancora ben lontana dal formarsi.

Il barboncino dell’Ancien Regime

Raffinato, elegante e intelligente, il barboncino non poteva non conquistare anche il cuore dei regnanti più ricchi e influenti del continente. Fra questi il più famoso è certamente Luigi XIV, che nel 1600 si circondò dei barboncini che popolavano le sale della meravigliosa Reggia di Versailles. Seguendo il suo esempio, anche gli altri nobili fecero in modo di adottare i barboncini anche se, fino al 1700, questi venivano perlopiù impiegati ancora come cani da caccia negli acquitrini. Dal XVIII secolo in poi le più raffinate dame delle casate francesi, italiane e spagnole iniziarono ad allevare con amore diverse famiglie di barboncini che, grazie alla loro indole dolce e giocosa, si guadagnavano sempre il loro posto fra le maniche dei grandi vestiti o a fianco delle padrone sui divanetti di velluto. Non era raro, in quei tempi, portare un piccolo barboncino in dono proprio alla donna da corteggiare, come omaggio galante.
Anche con la caduta dell’Ancien Regime il barboncino non perde popolarità, anzi, si adatta perfettamente all’età delle rivoluzioni della fine del 1700 trovando posto perfino vicino a Napoleone Bonaparte, che porterà il suo cucciolo Mustache perfino in battaglia ad Austerlitz, dove il piccolo ricevette perfino una medaglia al valore!
Al giorno d’oggi il barboncino è una delle razze più amate e allevate, e diventa il fedele compagno di chiunque desideri un animale di grande intelligenza, ed è perfetto anche per gli anziani o le famiglie con bambini.

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